Ripensare il gaming nella prospettiva della sostenibilità

L’evoluzione dei modelli di gestione di impresa ha definitivamente accantonato la concezione di una sostenibilità come semplice tensione ideale o valore morale. Per le imprese l’unica sostenibilità fattibile e concreta è quella in grado di generare un valore economico da condividere tra gli stakeholder.
Per questa ragione l’adozione di una strategia di sostenibilità e la sua declinazione nei processi operativi attraverso l’utilizzo dei criteri ESG rappresentano sempre più il modello di comportamento dominante per il governo e la gestione delle imprese. In tale contesto, l’adozione dei criteri ESG può contribuire alla creazione di un valore economico, anche in settori tradizionalmente considerati a forte rischio reputazionale, come quello del gioco, e spesso, per tale ragione considerati con circospezione e pregiudizio dagli investitori.
Ripensare l’impresa in ottica ESG non solo contribuisce a promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale, ma rappresenta uno strumento efficace per mitigare rischi significativi in termini di reputazione e conformità normativa.
Nel corso degli ultimi anni l’Unione Europea ha implementato il quadro normativo riguardo la sostenibilità, introducendo, tra l’altro, il Regolamento UE 2020/852, che stabilisce criteri per identificare le attività sostenibili, e la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) recentemente recepita nell’ordinamento italiano, che impone a determinate categorie di imprese di fornire analisi dettagliate e , per quanto possibile, misurabili sugli impatti derivanti da un approccio concreto alla sostenibilità. Tali obblighi sono particolarmente rilevanti per le imprese del settore del gioco che devono affrontare sfide importanti nei tre pilastri ESG.
Sebbene la componente ambientale non sia il primo elemento che viene in mente pensando al gaming, la valutazione e l’impatto sono comunque rilevanti, soprattutto per le infrastrutture digitali che alimentano il gioco online. Le piattaforme richiedono risorse energetiche per alimentare data center e server farm, una problematica che si collega alla necessità di rispettare normative sull’efficienza energetica. Le operazioni del gioco online, pur essendo meno visibili rispetto a quelle fisiche, comportano un significativo consumo energetico, soprattutto per il mantenimento delle infrastrutture digitali. Tale aspetto sarà nel futuro sempre più rilevante con l’introduzione delle soluzioni di intelligenza artificiale e machine learning, entrambe energivore.
Il fattore sociale è ovviamente uno dei più critici con rischi come la dipendenza e l’isolamento economico dei giocatori. La Commissione Europea ha invitato gli Stati membri a introdurre politiche per la protezione dei consumatori nel gioco online e a promuovere il gioco responsabile. Le aziende devono quindi fornirsi di strumenti per indurre i consumatori a comportamenti sani, volti esclusivamente al fattore intrattenimento.
Un altro rischio che ha riflessi sia sulla parte sociale che su quella di governance è il riciclaggio. Su questo aspetto i concessionari si sono dotati di protocolli rigorosi, che prevedono processi di KYC (Know Your Customer), il monitoraggio delle transazioni e la segnalazione delle attività sospette.
La Governance del settore richiede un forte impegno verso la trasparenza e l’etica. Le normative di riferimento sui whistleblower hanno rafforzato le tutele per chi denuncia comportamenti illeciti, richiedendo l’adozione di canali sicuri per le segnalazioni interne. Un rischio mitigabile attraverso l’adozione di rigidi controlli interni, con audit regolari per monitorare la conformità alle normative e politiche anticorruzione.
L’impegno a ripensare l’impresa del gioco in ottica ESG non è solamente correlato motivazioni di mera compliance, nè un approccio superficiale è sufficiente per avere un ritorno anche solo reputazionale, ma è necessario riposizionare le strategie e le prospettive delle imprese in una ottica di medio-lungo termine.
Intervenire solo sugli aspetti formali o comunicativi della sostenibilità senza entrare nella concretezza dei processi operativi, comportamento purtroppo abbastanza comune per molte imprese di tutti i settori, nel settore del gioco potrebbe rivelarsi un boomerang formidabile, dato che questo genere di imprese devono relazionarsi con una pluralità di stakeholder, da sempre estremamente attenti ai criteri ESG.

Patrizio Graziani
Docente di Impresa Sostenibile nei corsi di Laurea Magistrale della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza e di Gestione Sostenibile di Impresa presso la Umbria Business School.
Ha ricoperto per diversi anni ruoli apicali nei gruppi Eni e Tim, in Italia e all’estero nelle aree di Direzione Generale, Internal Audit, Affari Societari e Governance, Controllo di Gestione, Finanza, Procurement e Real Estate.
Attualmente è Managing Partner di una società di consulenza strategica, Co-Founder e di una Start Up innovativa che opera nel settore dell’analisi dei dati e dell’Intelligenza Artificiale nonché Senior Advisor per le attività di Business Development di una start up innovativa che opera nel settore delle reti di telecomunicazioni.
Ha ricoperto e ricopre cariche di Presidente amministratore e sindaco in società italiane ed estere, anche quotate sui mercati regolamentati.